Non direi che è la prima cosa importante nella vita. Oggi come oggi penso che la prima cosa...
Lungo o corto?
La fruizione di contenuti sempre più brevi e la disponibilità attentiva del pubblico, in particolare nei social, ha determinato una flessione delle capacità attentive, in particolare per pre adolescenti e adolescenti. Il dato, tuttavia, non è monolitico. Come rimbalzo rispetto alla presenza di contenuti sempre più brevi si è assistito, dopo il Covid, ad un allungamento degli stessi: video più lunghi, fino a 3 minuti su Tiktok, e contenuti testuali che possono essere anche molto complessi. La forma, magari, è quella del thread di X, ma resta un forma evoluta dove sono consentiti ragionamenti articolati.
Potremmo dire che, a fronte dell'accorciamento costante dei contenuti, ad un certo punto per reazione è stato necessario ampliare la gamma delle possibilità e consentire, a chi usa prevalentemente le piattaforme social per informazione e intrattenimento, di accedere a contenuti anche più lunghi.
Questo, tuttavia, è un tema di facciata. Il problema non è se siano lunghi o corti i contenuti, ma se sia lungo o corto il nostro span attentivo, la nostra capacità di resistere di fronte a contenuti che non assalgano i sensi in modo aggressivo ma si prestino ad una fruizione più tranquilla e riflessiva. Non è tanto la lunghezza, quanto la forma dei contenuti e la loro frammentazione, a cambiare il modo in cui ci si mette in relazione con loro.
Il costante cambiamento delle fonti, la parificazione dell'autorevolezza tra tutti gli emittenti, la multicanalità sempre più immersiva, l'invadenza nella scelta dei contenuti stessi da parte di sistemi di intelligenza artificiale modifica la nostra possibilità di interazione con i contenuti stessi che, attenzione, non è necessariamente più passiva (anzi, possiamo fare tutti video editing dalle app), ma è senz'altro diversa da come per secoli l'essere umano è stato abituato.
In particolare, si è modificato il rapporto con la scrittura, in termini di contenuti prodotti, qualità dell'approfondimento, dichiarazione delle fonti, media utilizzato, veicoli sensoriali, accesso ad altri contenuti per la loro rielaborazione. E, nonostante tutto questo, l'editoria cartacea, supportata magari dai trend del booktok, sembra essere fiorente anche in un mercato, come quello italiano, che non ha mai brillato in questo settore. La contaminazione tra vari media è costante: lo scrittore che è anche influencer online si accompagna al creator che diventa autore (magari con l'aiuto di un ghost writer).
Questo sta ad indicare che, almeno per una parte della popolazione, il bisogno di confronto con il medium del libro è ancora presente, e si concentra sulle forme fisiche e cartacee piuttosto che solo su quelle digitali degli e-reader. Alle storie corte, cortissime, ipermediali dei social, si contrappongono / accostano / accompagnano storie più lunghe fatte di carta. Non è facile stabilire come i lettori di libri di carta approccino il mondo social (o viceversa) e se vi sia una qualche differenza rispetto al resto del pubblico. Sappiamo solo che il desiderio di storie coinvolge più o meno tutti (la percentuale bulgara di utenti dei social ce lo conferma), ma che non tutti riescono ad affrontare la forma del libro rispetto a quella più appealing di video, immagini e musica.
Quindi, lungo o corto si riferisce a noi, agli esseri umani e al loro approccio ai contenuti, alla loro capacità di reggere di fronte alla complessità e di apprezzarne le ragioni, piuttosto che al contenuto in sé che può avere le proprie motivazioni in entrambe le forme. Vi dirò, io all'opera non riesco a stare. Un film degli anni '50 lo guardo a fatica, e mi ci vuole un po' per abituarmici, ma ormai ho perso il gusto anche per quelli di 30 anni fa, con colonne sonore meno ossessive, azioni meno dinamiche, movimenti di camera meno complessi. Cioè, non sto discutendo, ancora una volta, il valore di quei contenuti, ma la mia capacità di apprezzarli.
Penso solo che, in qualche modo, sia necessario addestrare il mio cervello ad entrambi i tipi di contenuto per poter apprezzare la brevità e l'ipermedialità e godere anche della mono medialità, della complessità e della lentezza.